Il secondo evento della stagione 2 di SailGP si svolgerà il 5-6 giugno nella città di Taranto, nel Sud Italia. Anche se adesso la città ribolle di energia e adrenalina per l'evento imminente, non è però sempre così. Taranto e altre aree della regione meridionale hanno a lungo sofferto della fuga di cervelli. Ma l'ondata di ristrutturazioni che sta attraversando l'Italia può aiutare a invertire questa tendenza e dare nuova vita a questa città un tempo affascinante?
Il dizionario di Oxford definisce la fuga di cervelli come "lo spostamento di persone altamente qualificate e specializzate verso un paese dove possono lavorare in condizioni migliori e guadagnare di più". E questo fenomeno è qualcosa a cui Taranto non è estranea.
Un esodo costoso
Si stima che durante l'ultimo decennio più di un milione di persone si siano trasferite dal Mezzogiorno - la parte meridionale dell'Italia e le sue isole - al nord. Non solo, tra il 2009 e il 2019 circa 900.000 italiani sono emigrati all'estero, un terzo dei quali proveniente dal Mezzogiorno[1]. Questo continuo movimento di persone ha fatto sì che la popolazione del Sud Italia si sia ridotta di oltre il 3% tra il 2014 e il 2020[2], mentre è rimasta significativamente più stabile nel Nord-Est.
Insieme a Romania e Polonia, l'Italia, secondo i dati della Commissione europea, è tra i paesi europei che mandano più lavoratori all'estero. Gli italiani che scelgono di trasferirsi all'estero hanno generalmente una formazione a livello universitario. Se si considera infatti il totale del denaro investito nell'educazione dei migranti, in Italia la fuga dei cervelli ha un costo stimato di circa 14 miliardi di euro ogni anno[3].
Una spinta positiva dalla pandemia
Sebbene il Covid-19 abbia creato una situazione difficile per molti italiani, un sorprendente lato positivo è che molti dei giovani che sono partiti per lavorare all'estero ora "lavorano da casa", ossia lavorano da remoto dall'Italia. Secondo il Ministero degli Esteri italiano, il numero di italiani tra i 18 e i 34 anni che tornano a casa è aumentato del 20% durante lo scorso anno. Il loro ritorno non porta solo nuova energia e innovazione alla regione ma, poiché che gli italiani che trascorrono più di sei mesi sul territorio nazionale devono pagare qui le loro tasse, dà un importante slancio all'economia locale.
Un gruppo di siciliani esperti, che facevano anche parte di coloro che sono "tornati a casa" a causa della pandemia, ha riconosciuto il potenziale degli italiani altamente istruiti appena rientrati e a marzo 2020 ha fondato un'organizzazione denominata South Working. Creando una rete di giovani professionisti, il loro obiettivo è migliorare l'infrastruttura tecnica della regione e incoraggiare coloro che sono tornati durante la pandemia a restare e svilupparne l'ambiente economico e culturale per evitare che i laureati se ne vadano subito.
Ristrutturare per invertire la fuga di cervelli
L'UE sta promuovendo la ristrutturazione all'insegna dell'efficienza energetica del patrimonio edilizio europeo come uno dei modi migliori per aiutare le nostre economie a riprendersi dopo il COVID-19. L'obiettivo
ambizioso è quello di ottenere il massimo beneficio economico e il minore impatto ambientale per un approccio più green nel più breve tempo possibile, e l'UE sta offrendo generosi incentivi per raggiungerlo.
In Italia, il "superbonus" del 110 per cento annunciato il 26 maggio 2020 è un modo per incoraggiare le famiglie a migliorare le proprie condizioni di vita e sfruttare gli incentivi dell'UE. Tale ondata di finanziamenti per la ristrutturazione potrebbe offrire altri benefici: creare una serie di posti di lavoro locali e potenziare le infrastrutture della regione.
Alla fine del 2018, la disoccupazione nel Sud Italia era al 18,4% rispetto al 6,6% delle regioni centrali e settentrionali. Con una percentuale pari al 50%, il tasso di disoccupazione dei giovani del Sud Italia è tra i più alti d'Europa[4]. Investire nell'edilizia è un ottimo modo per far arrivare fondi ai lavoratori e alle piccole imprese rispetto ad altri settori in cui sarebbe destinato a beneficiarne un numero relativamente piccolo di grandi imprese. Circa il 95% delle imprese di costruzione impiega massimo 10 persone e gli artigiani generano due terzi delle loro entrate a livello locale entro un raggio di 50 km dalla loro attività. Dato che i problemi sociali e la disoccupazione vanno di pari passo, un aumento delle opzioni di lavoro locali e un maggior reddito spendibile nella regione potrebbero contribuire notevolmente a stimolare la crescita sociale nella regione.
In definitiva, Taranto e la regione circostante potrebbero diventare una base più attraente per le giovani generazioni future. Con migliori infrastrutture, più occupazione, il ritorno di molti italiani istruiti e colti nella loro città natale - e, siamo onesti, un clima, una cultura e una cucina difficili da battere - per i giovani di Taranto le ragioni per restare a casa stanno aumentando.
[1] https://www.istat.it/it/files//2021/01/REPORT_MIGRAZIONI_2019.pdf
[2] https://www.ft.com/content/2c8f6ff9-ee12-4f0c-a7b2-fe2ac4469c11
[3] https://www.italianinsider.it/?q=node/8328
[4] https://www.eib.org/en/press/news/a-knowledge-based-industry-southern-italys-new-challenge#